L’ultimo spettacolo della stagione lirica autunnale al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino è un dittico del tutto inedito: Mavra di Igor Stravinskij, che a Firenze si ascolta per la prima volta in lingua originale, e Gianni Schicchi di Giacomo Puccini. Due opere brevi (rispettivamente di 30 e di 50 minuti) accomunate dall’avere al centro del comico intreccio una sostituzione di persona e dall’essere state scritte a pochissimi anni di distanza l’una dall’altra: 1918 Gianni Schicchi e 1921 Mavra. Parrebbero messe insieme per contrasto, a dar retta alle voci circa il mancato reciproco apprezzamento fra i due sommi compositori; in realtà quando, dopo la prima della Sagra della primavera, Strawinsky cadde ammalato di tifo a Parigi, l’unico che andò a trovarlo in ospedale (all’epoca non senza rischio), fu proprio Puccini e qualche influenza reciproca gli studiosi pucciniani più esperti nelle opere maggiori la sanno vedere.
Mavra è un piacevole divertissement in cui differenti materiali sonori – motivi russi e tzigani, valzer, ragtime, jazz… – vengono amalgamati con ironia da Stravinsky; anche l’organico, ridotto e con prevalenza di strumenti a fiato rispetto agli archi, è funzionale alla parodia dell’opera italiana e russa ottocentesche. Alla prima fece fiasco (anche perché l’opera debuttò schiacciata da due lavori già famosi dello stesso Stravinsky eseguiti nella stessa sera, Petruska e La sagra della primavera), ma aveva ragione il suo autore a considerare ingiuste le stroncature: fra i lavori minori, ha la sua dignità ed è divertente; basta prenderla per quel che è. Il buon cast in scena a Firenze è quasi tutto madrelingua: Paraša è il soprano Julia Muzychenko, cui non manca nemmeno il physique du rôle tanto per questa parte quanto per quella di Lauretta nello Schicchi, La madre è Kseniia Nikolaieva, La vicina è Aleksandra Meteleva, L’ussaro è il peruviano Iván Ayón Rivas: tutti giovani e tutti ben dotati quanto a mezzi vocali e vivacità d’interpretazione, ben diretti dal regista Denis Krief, che ha avuto anche la bella idea di far scorrere su un grande schermo sullo sfondo un film muto russo del 1913, da non molto riscoperto, tratto dal testo-fonte di Mavra, il poemetto (già a sua volta parodico) La casetta a Colomna di Puškin (1830). L’intreccio è semplice e farsesco: la bella Paraša vive con la madre in una casetta in cui è venuta a mancare la fidata ed economica serva; la ragazza civetta da tempo di nascosto alla finestra con un ussaro e, incaricata di cercare una nuova serva che costi poco, coglie l’occasione per portarci il militare travestito da donna, che si auto-battezza Mavra; la madre però non se ne fida e rientra in casa all’improvviso, sorprendendolo a farsi la barba. Sul colpo di scena, fra svenimenti delle signore e fuga precipitosa dell’ussaro-fantesca, l’opera s’interrompe bruscamente (all’epoca del debutto nemmeno questo piacque, mentre ora ci pare la miglior maniera di terminare).
Gianni Schicchi, come si sa, è un gioiello dell’opera comica italiana, nel quale l’arte e l’ironia di Puccini sono ben supportate dallo spiritosissimo libretto di Giovacchino Forzano (che a Firenze visse a lungo): un’interazione perfetta fra testo e musica che funziona sempre, purché chi veste i panni del protagonista abbia un po’ d’autorità. Una dote che non manca a Roberto De Candia, supportato da un cast giovane e valente (Lauretta: Julia Muzychenko, Zita: Valentina Pernozzoli, Rinuccio: Iván Ayón Rivas, Gherardo: Yaozhou Hou, Nella: Nikoletta Hertsak, Gherardino: Walter Zecca – sarà Gregorie Zaric il 18 e il 22–, Betto di Signa: Gonzalo Godoy Sepúlveda, Simone: Adriano Gramigni, Marco: Yurii Strakhov, La Ciesca: Aleksandra Meteleva, Maestro Spinelloccio/Messer Amantio Di Nicolao: Davide Sodini, Pinellino: Huigang Liu, Guccio: Michele Gianquinto).
Due opere “finte semplici”: in realtà le partiture sono non poco complesse, e va reso merito a Francesco Lanzillotta di averle sapute molto ben dominare, facendo brillare l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, che col Novecento si trova molto a suo agio. A volte il volume è alto e fa alzare anche quello delle voci, il che, con la gestualità un po’ caricata impressa dalla regia agli interpreti e alle luci sempre piuttosto forti, va un po’ a detrimento delle sfumature nel Gianni Schicchi, ma nell’insieme lo spettacolo funziona bene e diverte il pubblico, piuttosto folto, della prima.
Repliche mercoledì 18 e venerdì 20 alle 20 e domenica 22 alle 15.30.
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Maestro concertatore e direttore : Francesco Lanzillotta
Regia, scene, costumi e luci : Denis Krief
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Mavra
Paraša : Julia Muzychenko
La madre : Kseniia Nikolaieva
La vicina : Aleksandra Meteleva
L’ussaro : Iván Ayón Rivas
Gianni Schicchi
Gianni Schicchi : Roberto De Candia
Lauretta : Julia Muzychenko
Zita : Valentina Pernozzoli
Rinuccio : Iván Ayón Rivas
Gherardo : Hou Yaozhou
Nella : Nikoletta Hertsak
Gherardino : Walter Zecca
Betto di Signa : Gonzalo Godoy Sepúlveda
Simone : Adriano Gramigni
Marco : Yurii Strakhov
La Ciesca : Aleksandra Meteleva
Maestro Spinelloccio/Messer Amantio Di Nicolao : Davide Sodini
Pinellino : Huigang Liu
Guccio : Michele Gianquinto
Mavra
Opera buffa in un atto di Igor Stravinskij, su libretto di Boris Kochno, rappresentata per la prima volta il 3 giugno 1922 all’Opéra di Parigi.
Gianni Schicchi
Opera in un atto di Giacomo Puccini, libretto di Giovacchino Forzano, rappresentata per la prima volta al Metropolitan Opera di New York il 14 dicembre 1918.
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, sabato 15 dicembre 2024.