Libro – Musica ed estetica del fiabesco. Il teatro di Carlo Gozzi e l’opera lirica

La vitalità musicale delle fiabe gozziane       

Nel 2020 ricorreva il terzo centenario della nascita del drammaturgo Carlo Gozzi (1720–1806). Il gruppo di ricerca «L’Opéra narrateur» del Laboratoire d’Études Romanes dell’Université Paris 8, in collaborazione con l’Université d’Avignon (EA 4277 – Identités Culturelles Textes Théâtralité) e con il Groupe de recherche Littérature-Musique dell’École Normale Supérieure, ha organizzato un ciclo di seminari sul facondo scrittore veneziano. La pandemia ha dilatato i tempi, ma i risultati dell’intenso lavoro di ricerca coordinato da Camillo Faverzani, da Paola Ranzini e da Béatrice Didier sono confluiti nel volume Musica ed estetica del fiabesco. Il teatro di Carlo Gozzi e l’opera lirica, pubblicato ora dalla casa editrice LIM.  

Si tratta di un testo molto interessante, che raccoglie diciotto interventi di altrettanti studiosi, oltre ad una prefazione di Javier Gutiérrez Carou ed un’introduzione dei due docenti curatori del volume: Camillo Faverzani e Paola Ranzini. Il libro è suddiviso in sette sezioni, dedicate per lo più alle riscritture musicali delle Fiabe teatrali di Gozzi e, nell’ultima sezione, ai componimenti del teatro spagnolesco gozziano rielaborati in ambito melodrammatico. Complessivamente, il volume offre un percorso sistematico, che testimonia l’inesauribile vitalità delle fiabe gozziane, rielaborate liricamente sia nell’Ottocento che nel Novecento, in diversi paesi europei ed extraeuropei.

Nel Settecento, Gozzi fu uno dei principali oppositori della riforma teatrale proposta da Carlo Goldoni. Alla rappresentazione realistica della società veneziana, tipica delle commedie goldoniane, egli contrappose un teatro di fantasia e d’immaginazione, che recuperava (aggiornandola) l’esperienza della commedia dell’arte. A Venezia riscontrò un successo strepitoso, che progressivamente si diffuse in Germania, in Danimarca ed oltre oceano.

Sebbene egli si fosse rifiutato di scrivere libretti per opere liriche, moltissimi suoi testi sono stati trasposti in ambito lirico. Il caso più famoso è la Turandot di Giacomo Puccini, riscrittura dell’omonima fiaba gozziana del 1762; il volume presenta ben cinque saggi al riguardo: di Jens Hesselager, di Konstantinos Alevizos-Elisa Barbessi, di Emanuele d’Angelo e di Matthieu Cailliez (quest’ultimo è autore di un primo testo sulla Turandot di Ferruccio Busoni del 1917 e di un secondo contributo su Turandot, Prinzessin von China di Havergal Brian, del 1950-1951). Un’altra opera d’origine gozziana è L’amour des trois oranges (1821) di Sergej Prokof’ev, tratta dall’Amore delle tre melarance (1761) (ne è testimonianza il saggio di Walter Zidarič). Altre fiabe successivamente musicate sono Il corvo (1761) (con saggi di Kazimierz Morski e di Jens Hesselager), Il re cervo (1762) (con saggi di Franco Arato, Paola Ranzini e Dario de Cicco) e La donna serpente (1762) (con saggi di Claudia Colombati e Alberto Beniscelli). Infine, i testi gozziani hanno goduto di una considerevole fortuna letteraria e musicale nei territori di lingua tedesca tra il 1770 e il 1850 (si vedano i saggi di Roberto Scoccimarro ed Elisabetta Fava) e vi furono anche trasposizioni operistiche del teatro spagnolesco gozziano, come testimoniano i saggi di Jérôme Chaty, Federico Gon e Camillo Faverzani.

Il libro costituisce un documento importante sia per comprendere il mondo delle scene italiane ed europee nel periodo particolarmente movimentato tra Illuminismo e Romanticismo, sia per riscoprire un drammaturgo che fu portavoce di concezioni estetiche di vecchio stampo secentesco, ma scrisse testi che hanno ispirato poeti per musica e compositori dalla fine del Settecento ai giorni nostri.

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Musica ed estetica del fiabesco. Il teatro di Carlo Gozzi e l’opera lirica.

A cura di Camillo Faverzani-Paola Ranzini, Lucca, Libreria Musicale Italiana (308 pages, 35 €).

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